NASCITA DI UN BOSCO SULLE DUNE

Nei litorali della Sardegna centro-occidentale (Italia) , territori di S. Vero Milis e Narbolia, in Provincia di Oristano, l'invasione della sabbia risultò essere un vero e proprio problema in quanto strade, pascoli e campi coltivati, venivano sistematicamente invasi per l'azione del vento. Caratteristiche dune di sabbia , alte mediamente dai 10 ai 30 metri , con punte di 70 , costituivano fino agli anni '50 un vero e proprio deserto nel cuore del Mediterraneo settentrionale chiamato Is Arenas .

L'area, di circa mille ettari, si trova a pochi chilometri di distanza dalla zona umida di Sale Porcus, Oasi di Protezione faunistica , ben nota per la presenza dei fenicotteri e confina con lo stagno di Is Benas, dove anche qui soggiornano spesso numerosi i volatili rosa , non a caso denominati in sardo "gent'arrubia" .

A partire dal 1951, l'Ispettorato Ripartimentale delle Foreste avviò un imponente progetto di rimboschimento artificiale sulle dune .


Per fissare le masse sabbiose che si muovevano sotto la spinta dei venti del quadrante occidentale, ed in particolare del maestrale vennero avviati i lavori di rimboschimento con l'impianto di circa 1.200.000 piante .

Si tratto' di un imponente intervento che arrivo' ad occupare sino a ben 601 operai.

La forestazione è stata finanziata dallo stato con 500 milioni (Unione Sarda 26/8/1989).

Secondo calcoli attualizzati delle spese di rimboschimento, effettuati dalla Forestale, sarebbero in realta' stati spesi 600 miliardi di lire.

Sulle dune sabbiose in movimento per trasporto eolico l'opera e' iniziata con la realizzazione di una fitta rete di siepe verdi e successiva semina di specie forestali con largo impiego del Pino domestico.
Data la difficolta' di attecchimento della pineta per l'azione del vento, successivamente agli anni '60 fu impiegata, in sostituzione delle siepi morte, l'Acacia saligna che ha consentito il successivo attecchimento del Pino domestico.

Iniziarono precisamente con due progetti i lavori di "consolidamento e fissazione delle dune e successiva semina di pino e piantagione adatta all'ambiente" condotti da parte dell'Ispettorato Forestale di Cagliari, a seguito di concertazione con l' Ufficio Regionale del Genio Civile.

Alla data del 30 giugno 1953 risultavano eseguite in particolare le seguenti opere, per un importo complessivo di L.160.050.598:
-ricerca acqua potabile e costruzione di 3 pozzi;
-riparazione e costruzione di strade e stradelli di servizio, ml.250;
-consolidamento dune mediante costruzione di siepi morte su 38.33.64 ha;
-messa a dimora di 520 talee di Mioporo e di 400 piante di specie varie in buche;
-semina su terreno consolidato su 38.33.64 ha;
-fissazione e successiva semina su 344.o7.36 ha;
-rimboschimento a strisce e gradoni su 27.51.90 ha;
-consolidamento di dune con siepe morta su 55.96.61 ha;
-messa a dimora di piante varie in numero di 98.984;
-messa a dimora di talee di mioporo e tamerici in numero di 136.640.

Si spesero in aggiunta L.7.621.451 per direzione e sorveglianza dei lavori.

A fine esercizio 1953-54 erano stati fissati 554 ha, comprese le prime semine, le cure colturali e la realizzazione di infrastrutture, come due capanni in falasco.

Questi dati numerici e contabili non rendono appieno l'idea della grandezza dell' opera realizzata.

Il quadro progettuale ando' delineandosi con progressione nella realizzazione di un fitto reticolato di fascinate, palizzate di legno, siepi vive e morte, disposto immediatamente a monte della prima barriera parallela alla linea della battiggia, distante ad essa circa 30 metri.
A monte si costrui' un sistema di fascinate a maglia quadrata costituito da pali di castagno infissi nella sabbia e legati da filo zincato in tre ordini entro cui si intrecciarono fittamente frasche di cisto ed erica, oppure con culmi di Tipha.

Le semine di filari di pino sulla sabbia nuda cominciarono a produrre le prime plantule con una densita' molto elevata, anche se sarebbe stato necessario intervenire, in tempi diversi , con risarcimenti successivi in quanto comunque le condizioni di alta temperatura al suolo e la spiccata aridita' determinavano una diffusa moria.

Per comprendere le difficolta' nell'esigenza di avanzare nella sistemazione delle dune si puo' fare riferimento alla ripartizione degli oneri di spesa contabilizzati negli esercizi finanziari dal 1951 al 1958, anno della conclusione del primo nucleo di 1089 ha di consolidamento .

Il rapporto di spesa tra oneri delle semine/ha ed oneri di fissazione meccanica, che nel rimboschimento su superfici montane e di 1/4, per Is Arenas e' stato di 1/40.
I lavori proseguirono intesamente al ritmo di circa 150-180 ha/anno di fissazione delle dune.

Grazie a questa grandiosa opera, tra i piu' estesi rimboschimenti d'Europa, oggi " Is Arenas " (le sabbie in sardo), così è denominata la zona che si estende dalla spiaggia verso l'interno per circa 1.500 metri , è la sede della foresta compatta più estesa dell'oristanese.
Si tratta dell'unico bosco presente nella penisola del Sinis , dove sono rigogliosamente presenti il pino domestico , il pino d'aleppo , tamerici ed eucaliptus . Ricco è anche il suo sottobosco di elicriso , mirto , lentisco , corbezzolo , ginepro , rosmarino .

Nei primi anni '60 la pineta fu meta di visite da parte del mondo accademico forestale: visitatori giunsero dai Corpi Forestali e da Universita' di Grecia, Turchia, Spagna, Portogallo, Francia, Africa, India, USA, Israele.

Il progetto di forestazione prevedeva interventi su un arco temporale di 250 anni ed una successione vegetale che, partendo dal rimboschimento di pino domestico, potesse raggiungere lo stadio climax con il prevalere, nel tempo, del ginepro.

A circa 50 anni dall'inizio della piantumazione le essenze autoctone iniziano a vegetare ed a svilupparsi nei luoghi piu' protetti .Attualmento la pineta di Is Arenas sta entrando nella fase di seminaturalita', superando quella di artificialita', come lo sono la maggior parte delle foreste europee impiantate su duna a partire dal secolo XVI.

Immediatamente alle spalle del vastissimo ed ampio litorale sabbioso , troviamo la vegetazione tipica delle sabbie : giglio di mare , soldanella ed altri arbusti ; nella selva si rifugiano anche diversi esemplari della fauna selvatica come conigli , volpi , gatti selvatici e donnole . Tra gli uccelli si segnalano numerosi migratori come l'upupa , la quaglia , la tortora, il gruccione(a destra nella foto)
ed il raro cuculo del ciuffo .

Ma vediamo come viene descritta l'area di Is Arenas dagli specialisti. Diversi sono i testi che descrivono nei particolari le dune e la pineta di Is Arenas, sia di rilievo locale che nazionale.

Tra i principali segnaliamo la "Guida alla natura della Sardegna", Mondadori Editore , 1973 , autori Fulco Pratesi e Franco Tassi che tra l'altro scrivono :
" La grande bellezza della pineta artificiale di Is Arenas ... unico vero bosco esistente in una vasta regione ... a parte .. le più ferme riserve naturalistiche circa il fondamento stesso dell'operazione ( di rimboschimento ndr ) non si può dire che questa non sia in fondo riuscita " .

Nel testo " Il Sinis " edito dall' E.P.T. nel 1979 , del prof. Peppetto Pau , noto cultore di storia , archeologia e natura dell'oristanese , così si fa riferimento a Is Arenas :".. il grande bosco .. Non è facile penetrare nel bosco . La foresta si è fatta fittissima ed è difficile addentrarsi per oltre un centinaio di metri. Lo spettacolo che si offre da Scau'è Sai è lo stesso , ma visto dall'altra sponda del canale di Is Benas . Ora il grande arco della spiaggia vastissima si offre in tutta la sua selvaggia bellezza : per ore cammini senza udire altre voci che quelle del mare o trasalire al singhiozzo del cuculo del bosco ".

" E quanto alle volpi - scrive ancora il prof. Pau - è bene precisare che abbondano nel Sinis, specialmente nel bosco di Is Arenas ".

Una valore naturalistico unico :
"Si potrebbe persino sperimentare la rentroduzione delle tartarughe marine (Caretta caretta) - scrivono Salvatore Colomo e Francesco Ticca,proprio nella parte dedicata a Is Arenas, nel volume Sardegna da Salvare edito dall' archivio fotografico sardo di Nuoro-che certo un tempo venivano a deporre le uova in questo tratto costiero....La reintroduzione faunistica puo' effetuarsi molto proficuamente con i daini...".

Per Antonio Franco Fadda, curatore dell'opera " Sinis, la penisola del silenzio " edito da Coedisar - Cagliari "sono... evidenti gli effetti positivi dell'opera di forestazione anche in condizioni così proibitive e l'intervento effettuato in un' area considerata desertica, come era in passato la zona di Is Arenas, rappresenta comunque un bell'esempio di come la forestazione può aver luogo anche in ambienti molto difficili".

Descrizioni piu particolareggiate sono ovviamente quelle di geologi ed architetti, ma anche da queste emerge con chiarezza il valore del compendio.

Dal volume "Montiferru" , a cura del geologo Giovanni Mele (EdiSar-Provincia di Oristano),si legge a pag. 69 :
" Tra Montiferru e Sinis e' la zona di Is Arenas, l'ultimo ' deserto ' d'Europa, le cui sabbie sono state parzialmente fissate dalla pineta artificiale: dune di caldo colore rosato si susseguono l'una dietro l'altra, e ancora nelle giornate ventose, la sabbia invade la statale.
In primavera quando l'acqua e' abbondante, e i torrenti provenienti dalle alture circostanti riescono a penetrare nelle sabbie, si assiste alla nascita di una strepitosa vegetazione, fatta di erbe, fiori, orchidee: il verde del cisto e della tamerice diventa piu' brillante, mentre distese di margherite si arrampicano sulle dune.
Uno spettacolo che raggiunge il massimo splendore nella piccola valle di Sos Tramatzos, raggiungibile con una stradetta che parte dalla statale presso la Cantoniera di Cadreas, e che proprio per la sua effimera durata, e' ancora piu' affascinante.Cessate le piogge, la vegetazione rapidamente ingiallisce, e le sabbie ritornano ad essere dominate dal timo, dalla gariga, dalla palama nana, le uniche che resistono alla siccita' estiva.
Il Pischinappiu segna il vero confine tra Sinis e Montiferru: terminano le sabbie e iniziano i calcari.
Il fiume scorre qui in una profonda gola, per passare poi nelle sabbie della pineta, scavandosi un profondo solco dove abbonda una tipica vegetazione di riva.
Solo raramente le acque riescono ad arrivare nella spiaggia, dove divagano prima di gettarsi in mare .Di fronte a Is Arenas, le bianche scogliere di S' Archittu, coi calcari miocenici che si presentano con pareti verticali, promontori, piccole grotte, deliziose spiaggette.
Spicca qui il celebre arco (nella foto sotto), che la Legge Regionale n. 31/89 ha riconosciuto come monumento naturale."

Un significativo passaggio lo possiamo ritrovare anche nella relazione del Dott.Bruno Cauli, geologo caposervizio dell'Amministrazione Provinciale di Oristano, svolta nella Giornata di Studio dell'Ambiente del 18 dicembre 1987, pag.5 "Oltrepassato il promontorio di Torre del Pozzo il paesaggio si apre nella prima grande spiaggia sabbiosa di Is Arenas, lunga circa 6 Km, formata in materiale sottilissimo nel quale non e' raro osservare chiazze estese di minutissimi granuli ferrosi che il vento ed il moto ondoso concentrano allontanando i granuli sabbiosi piu' leggeri. La presenza del metallo in tale quantita' si spiega ammettendo la demolizione esogena di qualche giacimento ferroso ubicato nel Montiferru ed i cui residui sono stati poi trasportati al mare dalle acque ruscellanti dai suoi versanti. Il lungo arenile e' completamente esposto al maestrale che ha sospinto la sabbia verso l'entroterra, accumulando cordoni di dune tanto estesi da creare nella zona un lembo di autentico deserto sabbioso."

Una visione forse ancora piu' tecnica e' quella delle"Relazioni di settore" dei Piani Territoriali Paesistici, curata dal Gruppo di lavoro n.2 dell'arch.Maria Chanoux e altri :
" Il bordo settentrionale ed il campo dunale di Is Arenas chiudono la regione del Sinis passando ai morfotipi e litotipi tipici del Montiferru.

d1-La spiaggia di Is Arenas, ad andamento subrettilineo, e' compresa tra promontori a falesie carbonatiche.Lo stock sedimentario mantiene caratteri di elevata maturita' con litologia prevalentemente quarzosa; il retrospiaggia, oltre un cordone litorale notevolmente pronunciato, e' rappresentato da estesi apparati dunali attivi.

d2- Il campo dunale di Is Arenas, tra i piu' estesi della Sardegna, e' rappresentato da una fascia retrolitorale a dune libere o parzialmente imbrigliate da vegetazione naturale e dalla quasi totalita' delle restanti superfici con apparati dunali imbrigliati da interventi di rimboschimento a Pinus Pinea; tra le dune si rilevano numerose conche e depressioni interdunali."

Rimanendo in campo geologico:
"I terreni sono da definirsi da sabbiosi a sabbioso franchi, da permeabili a molto permeabili, a tratti poco permeabili in profondita', da neutri a subalcalini , saturi (Carta dei suoli della Sardegna Assessorato della programmazione -Bilancio ed Assetto del Territorio-Centro Regionale di Programmazione-Dipartimento della Scienza della Terra- Universita' di Cagliari 1990). Piu' ludiche sono ovviamente le citazioni del mensile Dove e di una Guida turistica .

Il mensile di vacanze e tempo libero "DOVE", n° 6, giugno '95 cita la "...spiaggia di Is Arenas, un arenile lungo oltre 6 chilometri, con fitti boschi di pini che allungano le radici fino alle dune di sabbia. E' il paradiso dei surfisti...".

Sempre lo scrittore Stefano Benni, profondo conoscitore dell'oristanese e del Sinis in particolare, territorio nel quale soggiorna da oltre 25 anni, così scrive nella prefazione della Guida Turistica alla provincia di Oristano della Lega Nazionale delle Cooperative (amm.prov:le, Camera di Commercio....) presentata ad Oristano il 17 febbraio 1996," Ci sono spiagge leggendarie, come Sa Mesa Longa, Is Aruttas, Is Arenas.....E per gli amanti del pericolo, le avventure estreme:...cavalcare sul cavallo Concheferru tra le dune e le pinete di Is Arenas".

Una quarantina d'anni fa pochi pero' , purtroppo, avevano davvero la cognizione della valenza economico- naturale di quelle dune a due passi dal mare.
Occorre dunque tornare indietro nel tempo per capire e conoscere la storia dell'acquisto di quest'area da parte di una societa' , la Is Arenas s.p.a , il suo rapporto con e gli amministratori locali del tempo e di oggi.


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